martedì 19 agosto 2008

pignatte-pentole-tegami-calderoni


Ed´eccomi nelle mie vesti quotidiane, nel mio regno, dove le mie erbe spontanee aromatiche,si fondono nelle pignatte, dove lascio riposare le palette del manzo negli aromi, dove massaggio le mie carni, e forgio le mie paste, i tortelli, i cjalsons di Timau, le pinze e gli strudel. Nelle mie gesta, trovo che ci sia qualcosa di erotico, trovo che questa eroticitá conferisca ai piatti un ché di magico, non vuole essere un repete di Aphrodita, ma é semplicemte la sintesi di come le cose fatte con il cuore, riescano sempre bene...e come il fuoco quando abbrustolisce la carne, e le fibre si ritraggono, eppure il profumo che emanano mentre rosolano é come un denso velo quasi palpabile, fatto di un insieme di enzimi, profumi, che risvegliano i sensi...e quando la bocca si riempie di quella secrezione che é la saliva , si sente giá sotto i denti la carne che cede al morso, per rilasciarti quella pienezza, quella soddisfazione che ha un ché di erotico, una vittoria sulla carne inerme, per il propirio godimento, come il cliente con la prostituta, dove forse chi é appagato, e solo colui che morde...egoisti? No...lussuriosi animali, cacciatori, con un cervello, egoisti e insaziabili di sensazioni, cosí deboli innanzi a un profumo, che risveglia quella fame animale, per piacere che sia, o per puro nutrimento.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perché non torni a Trieste a deliziarmi del tuo paté d´Oca?Giramondo, sei diventato uno zingaro, non so piú dove sei, non riesco a seguirti!Fermati,respira!
sashhh